Altri campi di utilizzo: medicina

Le potenzialità del visore ottico non sono da attribuire solo per quanto il mondo del videogames. sì certo, principalmente i giovani cercano un maggior contatto diretto con il mondo virtuale, ma il visore non si limita a questo. le sue vaste gamme di utilizzo spaziano dal mondo appunto del videogames, a quello dell’architettura, dell’ingegneria, della chirurgia e tanto altro.
Pensate questo, gli uomini per imparare ad operare, devono lavorare con un cadavere il quale, andando ad inciderlo male, non possono più rimediare all’errore e, di conseguenza, devono prenderne un altro oppure,  “visto che i giovani studenti di medicina hanno sempre meno opportunità di mettere in pratica ciò che apprendono dai libri perché diminuisce la possibilità di assistere agli interventi e di perfezionare ed affinare quelle che sono conoscenze puramente teoriche”  tutto ciò che ha studiato e di ampliare la sua esperienza in sala operatoria grazie a questo strumento. infatti si è dimostrato che la precisione del visore è millimetrica. gli studenti hanno, in questo modo, la possibilità di migliorare, di vedere anche riprese di operazioni chirurgiche molto difficili o di routine al quale debbono abituarsi e intraprendere la strada della chirurgia con uno spirito del tutto diverso.

Quindi il visore non si presta principalmente a sostituire “le esercitazioni” che l’aspirante chirurgo deve fare, ma si presta a migliorarne l’esperienza, ad esempio vedendo in 3D come un chirurgo effettui un’operazione o come reagirebbe se vi siano delle complicazioni in sala operatoria. questo almeno è l’utilizzo a cui punta il Dr. Shafi Ahmed, il quale, riprendendo per la prima volta, attraverso l’oculur rift e HTC vive, un’operazione chirurgica di routine, un asportazione di tumore al colon, ha dato un nuovo utilizzo all’oculus rift.

Myrhiam Boemi

fonti:

-http://ingegneriabiomedica.org/news/biotech-support/la-realta-virtuale-entra-sala-operatoria-la-chirurgia-diretta/

 

Come siamo giunti agli Oculus Rift

So che è un blog sulla realtà aumentata e che vi aspettereste articoli che parlino delle nuove e future tecnologie, ma ritengo importante sapere e farvi conoscere e da dove tutto ha avuto origine.
Partiamo dall’inizio. Come sappiamo l’uomo ha sempre cercato un modo per evadere dalla realtà quotidiana e ritengo che quello della realtà virtuale sia uno di questi. Tutto, come possiamo  immaginare, è partito dalla fotografia e dallo stereoscopio: cattura della realtà ed aggiunta di profondità tramite la sovrapposizione di due foto davano all’uomo l’impressione di poter “entrare” all’interno dell’immagine. due invenzioni importantissime che portano alla nascita delle tre principali invenzioni che stanno alla base della realtà aumentata:

  • Sensorama, creato da Morton Heitig: diverse realtà sensoriali prodotte da immagini stereo 3D , vibrazioni, vento,  sensazione tattile di movimento, audio stereofonico, sistema per riprodurre i profumi, in modo da fornire qualcosa di eccitante alla classica esperienza della cinepresa.
  • Ologramma, sviluppato un anno dopo il Sensorama:  si realizzarono dei semplici ologrammi utilizzando la luce verde dello spettro di una lampada di mercurio.
  • ed infine la Spada di Damocle, il primo sistema virtuale con visore. Si trattava di un hardware pesante appeso ad un braccio meccanico montato al soffitto. il suo scopo era simile a quello dei google glass, ma riusciva a creare delle semplici linee virtuali.

invenzioni importanti sì, ma siamo ancora ben lontani dalla bella e fluida realtà virtuale che conosciamo, anche se ci stiamo avvicinando.
Intanto iniziano a svilupparsi i primi videogiochi e nel laboratorio ATARI , laboratorio di sviluppo dei videogiochi arcadeuna giovane donna,  Brenda Laurel , iniziò a lavorare sulla creazione di un computer con un sistema che permetteva di interagire con il mondo virtuale, chiamato per l’appunto Interactive Fantasy System (1982):  il giocatore veniva collocato all’interno di una stanza dove interagiva con il mondo virtuale tramite riconoscimento vocale, monitoraggio del corpo, degli occhi, dei gesti, toccando il monitor e parlando.
Nonostante ciò, la sua idea non vide mai la luce perchè il mercato del video games crollò nel 1983 ed Atari fu sepolto con esso. comunque, dalle ceneri di Atari emersero tre importanti figure:

  • Thomas Zimmerman, inventore dei data-glove o guanto dati;
  • Jaron Lanier che coniò il termine realtà virtuale;
  • Scott Fisher, che andò alla NASA e fondò la sua postazione di lavoro virtuale;

tutte queste menti stavano lavorando ad un qualcosa di innovativo nel campo virtuale, almeno così si pensava.
Quello che volevano creare non prese mai piede in quanto la tecnologia di un tempo non era ancora abbastanza avanzata da permettere la creazione di determinate invenzioni. tutto iniziò ad appiattirsi, fino al punto che la realtà virtuale venne messa da parte. un bene, in quanto ciò permise alla tecnologia di avanzare.
La ripresa l’abbiamo nel 2011, quando un giovane ragazzo di 18 anni ricominciò a lavorare sugli Oculus Rift. Da qui in poi sappiamo tutti cosa successe; la cosa decollò su kickstarter, facebook investì e la sony annunciò gli occhiali Playstation VR.
Staremo a vedere dove questa tecnologia ci porterà, ciò che sicuramente riveste un ruolo davvero importante è il video games, ma non è l’unico, c’è molto da esplorare negli sviluppi virtuali e questo blog cercherà sempre di tenervi aggiornati sulle nuove tecnologie.

Myrhiam Boemi

La mia prima esperienza con internet

Era la prima lezione del corso Rivoluzione Digitale, gli assistenti hanno iniziato a parlarci in generale del corso, di come si svolgerà l’esame e del fatto che dovevamo dividerci in gruppi ed aprire ognuno un blog. Fin qui tutto bene, erano cose che sapevamo dover fare, ma, una volta iniziato a parlare del blog, ci dicono che tra gli argomenti di cui dovevamo trattare, uno doveva riguardare “La mia prima esperienza con internet”. Da qui panico, cercavo di ricordare, seppur non nel dettaglio, di quando io ebbi a che fare per la prima volta con internet, ma niente da fare. ho vaghi ricordi di me e mio fratello che passavamo il tempo a giocare o a pc genius, una raccolta interattiva della DeAgostini uscita intorno agli anni 2000, oppure ai classici pimball e prato fiorito, ma di internet neppure l’ombra. Penso che alla fine sia normale che non me ne ricordi, anche perché a quei tempi ancora non era uno strumento di uso comune come lo è oggi, solo mio padre se ne intendeva di più ed anche quel che sapeva comunque non era abbastanza per fargli capire se era un qualcosa che noi potevamo usare, oppure no. per cui l’unico avvertimento che ci disse fu:
internet-explorer-10-for-windows-7-16-535x535
-Non cliccate mai questa icona, sennò entrano virus nel pc e lo guastano!

Quindi non ho mai cercato di navigarci, però, visto che sono qui per parlarvi della mia prima volta su internet, penso che l’andrò a collocare ai tempi delle medie dove, grazie a ricerche e compiti scolastici, ho avuto la possibilità di utilizzare internet e scoprirne tutte le varie potenzialità. iniziai a navigare su google, scoprì siti come wikipedia,yahoo ( dove chiedevo ogni tanto l’aiuto per qualche compito ) e youtube. Installai messanger, bellissimo programma per chattare, quanto era divertente passare il tempo li, inviando trilli agli amici che non rispondevano, giocando a battaglia navale, fare le prime chiamate/video chiamate, ah che bei tempi !!
so che queste azioni son cose all’ordine del giorno, ma a me sembravano cose all’avanguardia.
I tempi corrono e la tecnologia si evolve di conseguenza, ma sono davvero contenta di essere appartenuta all’epoca dei trilli inaspettati.
Boemi Myrhiam