CSI in VR

do_not_cross_crime_scene

 (fonte)

 

 

Essendo questo blog concentrato sulla Virtual Reality e sulle tecnologie che la rendono possibile, mi sembra giusto riportarvi notizie ed opinioni esterne: in particolare vi propongo una personale traduzione in lingua nostrana di un articolo del sito Futurism.com, di cui potete leggere la versione originale cliccando qui.

 

“I ricercatori della Staffordshire University sono alla ricerca di un metodo rivoluzionario per fornire i giurati di una maggior visione e conoscenza [non c’è una sola e perfetta traduzione di “insight”, ndr] mentre studiano i crimini attraverso la virtual reality (VR).

Primo del suo genere in Europa, questo progetto utilizzerà dei tradizionali headset VR per i videogiochi in connubio con il green screen per ricreare le scene del crimine e “trasportare” i giurati nel luogo dove tutto è avvenuto.

‘Quello che vogliamo fare è ideare la miglior soluzione che possa aiutare il sistema giuridico penale, aiutare la polizia nel trovare e analizzare un crimine e che possa infine aiutare in corte i giurati a comprendere e studiare quei delitti meglio di come sia mai stato fatto in precedenza’, afferma la Dott.ssa Caroline Sturdy Colls, Associate Professor in criminologia forense.

Mentre la tecnologia potrebbe certamente cambiare il processo legale, la logistica per raccogliere tutti gli indizi e le informazioni di una scena del crimine dovrà cambiare significativamente. Fino ad ora, per ricreare ciascuno spazio e scenario il più accuratamente possibile l’università ha utilizzato laser e droni.

Comunque, l’idea di avere dei giurati completamente immersi in una scena del crimine attraverso la virtual reality può significare la compromissione di alcune di esse. Se la raccolta di tutte le informazioni volta alla ricostruzione digitale di uno scenario non è condotta appropriatamente, questa potrebbe condizionare [si può tradurre anche direttamente con “inficiare” in questo caso, ndr] la decisione della giuria.

Inoltre, i critici stanno notando che per i giurati la tecnologia della VR in aula di corte non è più efficace rispetto alla riproduzione di video. Quelli che supportano questa ricerca, comunque, credono che questa tecnologia se usata nel modo giusto potrebbe ridurre o tagliare le udienze non necessarie e anche abbassare i costi delle cause.”

 

Gabriele Fatibene

 

 

 

 

 

 

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