Pokémon GO (outside and walk)

Pokemon Go

Qualcuno di voi ricorda il pesce d’Aprile ideato da Google Maps nel 2014? La società aveva inserito all’interno delle sue mappe una funzione per poter scovare, in giro per il mondo intero, i tantissimi (e famosissimi) mostriciattoli ideati da Satoshi Tajiri.

Dopo aver visto impazzire milioni di fan per un giochetto del genere, progettato – come detto – per scherzo, anche un cretino avrebbe capito che sviluppandolo un poco più seriamente sarebbero piovuti i soldi dal cielo: Nintendo, non navigando finanziariamente in buone acque già da qualche tempo, non ci ha chiaramente pensato due volte (e ha fatto bene).

Per farla breve, fu così che la società nipponica mise il suo brand più proficuo in mano a Niantic, casa sviluppatrice famosa (a dir la verità no, ma la norma ci impone di scrivere così) per un gioco mobile chiamato Ingress, che può essere considerato a tutti gli effetti il padre di Pokémon GO: quest’ultimo ne riprende infatti svariate caratteristiche, prima fra tutte l’Augmented Reality applicata all’ambiente circostante, realizzata invero piuttosto sommariamente e di conseguenza poco fruibile.

A proposito del lavoro svolto da Niantic si potrebbe discutere per ore, ma il sottoscritto non sta troppo a sindacare. Hanno seguito il mantra del “minimo sforzo, massimo guadagno” e uno studente questo non può criticarlo. Per correttezza e onestà, proprio.

Su ciò che concerne gli effetti prodotti da questo incredibile successo sono già state divulgate moltissime notizie e vicende, dall’epidemia di dolore alle gambe per i troppi chilometri macinati in poche ore (il caro vecchio movimento, eh?) alle ben meno simpatiche rapine a giovanissimi giocatori, quindi preferirei proporvi alcuni dati rilasciati da vari siti quali Qualtrics, SimilarWeb e da Nintendo stessa nelle ultime ore, così da non annoiarvi con news già sentite.

Partiamo col botto parlando di porno, già che su internet è sempre in voga… Ma non in voga quanto Pokémon GO, parrebbe!

https://twitter.com/YouPorn/status/752610215745429505

Ebbene sì, è successo davvero.

 

Tra le tante statistiche vi lascio quindi con quelle che, secondo il sempre autorevolissimo parere del vostro blogger preferito (fate per un attimo finta che sia io), sono le più interessanti e dalle quali possono nascere più spunti di riflessione:

  • più del 10% dei giocatori intervistati ha ammesso di essersi “infiltrato” in proprietà private per poter catturare un Pokémon;
  • il 16% gioca circa 4 ore o più al giorno (tra questi sono compreso anche io);
  • circa l’85% ha ammesso di giocare anche mentre sta guidando (fortunatamente non sono così scemo da essere compreso anche io);
  • il 21% preferisce Pokémon GO al sesso (come sopra);
  • il 44% ha visitato un luogo storico mai visto prima grazie al gioco;
  • il 24% ha visitato una chiesa per la prima volta grazie al gioco;
  • in media i giocatori passano due ore al giorno all’aperto in più rispetto a quanto facessero prima (e alcuni escono alla luce del sole per la prima volta, sempre grazie al gioco).

Questi numeri vi stupiscono? E’ perché non ci state giocando, altrimenti capireste… Ok, forse no.

 

Gabriele Fatibene

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